FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANTA COSTANZA MARTIRE
Piazza G. Quadrari, Piazza C. Coletti, ultima domenica di agosto
Nel 1756 furono portati a San Donato Val di Comino i resti di Santa Costanza, martire delle prime persecuzioni cristiane. La festa è suggestiva, ricca di atmosfera e gusto per la ricerca storica. La Martire compatrona è festeggiata soprattutto dai giovani e dalle zitelle (dette “cipolle”) con rievocazioni in costume, giochi popolari, la veglia notturna, fuochi d’artificio, concerti musicali e una solenne processione dove è portata in trionfo da dodici paggi in abito settecentesco. Da non perdere durante la mattinata è il Mercatino di Santa Costanza, tradizionale fiera dedicata ai cocci e alle cipolle. Nei pressi del Duomo trovano spazio oggetti d’arte in ceramica, terracotte, i cocci della tradizione (pignatte, tegami, salvadanai e i fischietti per i bambini) e l’immancabile “n’zerta”. Lungo il percorso, figuranti in costume settecentesco, comici e saltimbanchi animano la giornata. In alcune vecchie cantine è possibile gustare il menù storico della festa… rigorosamente a base di cipolla: la cipollata, spezzatino con le cipolle, insalata mista, pan di spagna e orzata da sorseggiare. Da non perdere è l’apertura dell’Urna, che si svolge in concomitanza con l’inizio della Novena, seguendo l’antico rituale settecentesco.
Nel 1756, con “onori regali”, vennero traslati nella nostra cittadina i resti mortali di Santa Costanza martire. A 250 anni dallo storico evento, la comunità sandonatese si riunisce ancora una volta intorno alla sua protettrice ricordandola e onorandola con diversi appuntamenti che vedono protagonisti i più giovani. Una sorta di omaggio alla stessa Costanza, che giovanissima, diede prova di coraggio accettando senza esitazione il martirio. Nonostante i secoli, indelebile resta il ricordo di questa ragazza che pagò con la vita la sua “costanza” nella fede. Un grande esempio da seguire soprattutto in tempi come quelli di oggi.
Tra gli appuntamenti da non perdere ricordiamo venerdì 18 agosto la solenne cerimonia della ricognizione delle spoglie della Santa e l’esposizione al pubblico della statua appositamente restaurata. Un impegno notevole, sia tecnico che finanziario, capace di far tornare a splendere i preziosi tessuti settecenteschi che ornano la figura. Venerdì 25 da non perdere è il concerto di musica classica. Tra i diversi brani va ricordato il fioretto “La martire Costanza” composto per l’occasione dal Maestro Giacomo Cellucci.
Tra gli altri omaggi, la rievocazione dei giochi della festa e soprattutto il tradizionale Mercatino di Santa Costanza: una sorta di fiera, tra arte ed artigianato, che entusiasmava tanto i nostri nonni, quando da bambini aspettavano la festa per farsi regalare, fischietti e piccoli giocattoli “rigorosamente”… di coccio! Per le madri invece, il mercatino era l’occasione per acquistare – in vista dei rigori dell’inverno – pignatte, piatti e la “n’zerta” di cipolle. Strettamente legato alla festa è anche l’acquisto dei salvadanai (in dialetto “car’siegl’”). Secondo la tradizione dovevano essere rotti in concomitanza con la festa. Con il denaro risparmiato i maschietti comperavano i fischietti di coccio, mentre le femminucce le “cucc’tèll’”: giocattoli sempre in coccio che riproducevano le miniature di pignatte, tegami e quant’altro utilizzato in cucina. Con la somma rimanente veniva infine acquistato un nuovo salvadanaio che poteva essere riempito fino alla festa dell’anno seguente.
Oggi come in passato, la tradizione rivive. Le origini della fiera risalgono al Settecento. Inoltre, nelle antiche cantine sarà possibile degustare l’antico menù della festa: Cipollata, Spezzatino di Cipolle, insalata mista, pan di spagna e orzata da sorseggiare.
Santa Costanza, giovanissima martire romana, è anche la protettrice delle donne non sposate dette scherzosamente… “cipolle”.
Tanti momenti e occasioni di svago che oltre al divertimento, siano l’occasione per riflettere sull’eroismo della nostra giovane Martire. A tutti l’augurio di una felice festa.
LA TRADIZIONE DELLE COMMARELLE DI SANTA COSTANZA
Come a Canneto, anche a San Donato le ragazzine legavano per sempre la loro amicizia diventando “commarelle”. Le giovani si davano appuntamento il giorno della festa di Santa Costanza all’ingresso del Duomo, nei pressi dell’acquasantiera. Preso un sassolino, lo bagnavano nell’acqua santa. Con il segno della croce si segnavano reciprocamente e poi baciavano il sasso. Nel corso del rituale veniva recitata la seguente frase: “C’mbar’ S. Giuvuann’, battezzam’ st’ puann’, st’ puann’ sta batt’zzat’, sempr’ ch’mbar’ n’ sem’ chiamat’. (Stringendosi la mano tre volte si ripeteva:) C’mmar’! C’mmar’! C’mmar’!”
Con la protezione di Santa Costanza, quella speciale amicizia sarebbe durata per tutta la vita, aiutando le “commarelle” anche nelle difficoltà della vita adulta.
LA RICETTA : SPEZZATINO CON LE CIPOLLE
Fate soffriggere a fuoco lento, in una tiana, un trito di cipolla e carota in olio di oliva. Quando la cipolla è dorata, aggiungete 500 gr di spezzatino di vitello, che farete rosolare per cinque minuti. Bagnate lo spezzatino con un bicchiere di vino bianco, dopodiché salate, pepate e – a metà cottura – aggiungete 5 o 6 cipolle tritate a fettine sottili. Coprite con acqua e un po’ di vino e lasciate proseguire la cottura sempre a fuoco lento. Buon appetito!