Al tempo dei “monacelli”
I monacelli (m’naciegl’) folletti di casa nostra
Nella mitologia sandonatese i mascheroni scolpiti sui portali, cosi come il sacchetto di miglio o la scopa di saggina sistemati dietro la porta d’ingresso., avevano la funzione di allontanare “gl’ M’naciegl’”(il Monacello),una specie di folletto nostrano, presente nelle credenze popolari di molte regioni meridionali.
I Monacelli sono fantasmi di bambini che dopo la loro morte (ricordiamoci che altissima è stata la mortalità infantile fino ai primi del Novecento) continuano a rimanere legati alla famiglia, aggirandosi furtivamente all’interno della casa, compiendo marachelle e dispetti a tutto e tutti : strappano coperte ai dormienti, tirano la coda al gatto di casa, rovesciano piatti e bicchieri, nascondono oggetti. Secondo la tradizione sono folletti paffuti e burloni che devono il nome alla tunica con cappuccio da frate che indossano. Inoltre, sono guardiani di tesori sepolti e miniere abbandonate, ma solo per trecento giorni l’anno.
“…è colpa d’ gl’ M’naciegl’ “: amavano ripetere quando spariva un qualsiasi oggetto Di loro poi, non c’era modo di liberarsi, poiché erano legati alla famiglia, che di solito seguivano anche mutando di locazione.
Si racconta di Filomena, una vecchina che abitava qui vicino, alla Sbarra, che non ne poteva più di loro e dei loro dispetti. La vecchina, consigliata dall’Abate, decise di cambiare casa . Il giorno del trasloco, portando sulla testa, in un ampio canestro, i suoi pochi oggetti, incrociò una piccola folla di vicini. Ad essi raccontò per l’ennesima volta le sue vicissitudini. Terminato l’incontro, l’anziana si avvia verso la nuova residenza, allorchè dal cesto sporsero le testoline dei monacelli, che salutarono gli astanti strillando allegramente..”iamm’ a cas ’nov’…iamm a cas’ nov !”(“andiamo nella nuova casa!..).