IL DUOMO
Le origini del Duomo, dedicato a Santa Maria e San Marcello Papa, si perdono nel Medio Evo quando il paese si estese a Valle. E’ nel Settecento, grazie ad un diffuso benessere, che la chiesa viene ampliata (la pianta diventa basilicale, la facciata viene limitata da lesene e colonne addossate ed il timpano mistilineo sulla fascia centrale, raccordato alle ali da due volute) e impreziosita da decorazioni che evidenziano uno “stile barocco sobrio ed elegante”, da un artistico coro già lodato dal Vescovo Colaianni nella sua visita pastorale del 1800 e da un “pregiato” organo a canne realizzato da Cesare II Catarinozzi, lo “Stradivari dell’organo”. Al suo interno, sulla porta d’ingresso della navata centrale, leggiamo: A.R.S (Anno Recuperatae Salutis) 1797. In passato il clero si componeva di dieci canonici “assai letterati, costumati, restretti et di buona coscientia et conversatione” aventi a capo il Rettore Abate e l’Arciprete e di otto cappellani.
Sotto l’altare maggiore, in un’urna di vetro, viene invece custodito il corpo di Santa Costanza, una martire delle prime persecuzioni cristiane che l’agiografia vuole uccisa con un colpo di spada alla gola. Sepolta a Roma nelle catacombe di San Callisto, nel 1756 i suoi resti vennero traslati nel Duomo. Da allora, l’ultima domenica di agosto di ogni anno, i sandonatesi festeggiano Santa Costanza con una solenne processione e con un tradizionale mercatino dei cocci e delle cipolle.
L’ORGANO A CANNE DEL DUOMO
Che il Settecento, oltre ad essere il Secolo dei Lumi, fosse il secolo della musica e di sublimi musicisti è cosa risaputa. Meno noto invece è che uno dei gioielli musicali del periodo trova spazio nell’antico e suggestivo Duomo. Lo strumento in questione è un prezioso organo a canne barocco descritto nella schedatura della Sovrintendenza Regionale dei Beni Culturali come “organo pregiato”. Una definizione attribuita a pochi organi in Italia e che ne fa del nostro uno dei migliori del Lazio. Alle origini del felice giudizio, la bottega dei Catarinozzi di Subiaco, gli “Stradivari dell’organo”.
La famiglia Catarinozzi, originaria di Affile, dal XVI al XVIII secolo costruì organi a canne di particolare pregio fonico e timbrico. Questi artistici strumenti, creati prima dal Cesare, quindi da Giuseppe, Cesare II e Giovanni, trovarono sistemazione a Montecassino, Anagni e nelle grandi chiese romane come Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.
L’organo del Duomo si caratterizza per l’impianto fonico classico, dovuto al registro principale di otto piedi, il ripieno fino alla “vigesimanona”, il flauto e la voce umana. Notevole anche la cassa lignea, di alto valore grazie ad ottime rifiniture.
Alla sua tastiera si sono alternati diversi artisti sandonatesi che, nel tempo, hanno eseguito un vasto repertorio di musica sacra di cui numerosi cittadini ancora oggi hanno memoria.