Spuort dei Francesi
Numerosi racconti ci hanno tramandato la “Rua”come il vicolo che ospitava quella guarnigione di francesi che nel 1799 controllava l’ingresso al paese. Alcune interessanti pitture di Donato Leone – realizzate in occasione del bicentenario dell’”iniqua invasione” – rievocano con efficacia l’accaduto.
Con dovizia l’abate Carlo Coletti nel 1800 scriveva:
“Li perfidi francesi in poco tempo occuparono la fortezza e tutto il Regno;dove arrivavano piantavano un albero che chiamavanodella Libertà con coccarda francese dà capo.Nel primo anno fecero delle imposizioni di miglioria alla Città.Terre,principi e danarosi,con contribuzioni di grani, vini ed ogni altro commestibile e con ciò cominciò l’Anarchia che sembrava una Babilonia…e per l’orrore della morte, chi fuggiva in un luogo chi in un altro e questo paese si era ripieno di forestieri che fuggivano le straggi e la morte. Finalmente arrivarono gli eserciti Moscoviti, Turchi, Inglesi, tutti a favore del nostro Re, ed uniti con le masse paesane, li discacciarono da questo Regno…ora li nostri hanno liberata Roma, la Romagna e tutta l’Italia, e godiamo la quiete e pace che il Signore ce la coservi”
Ai tempi di questa invasione, il Comandante francese decise di occupare il Santuario di San Donato per trasformarlo in Caserma.Nonostante i divieti dello stesso abate Coletti, l’Ufficiale entrò nella chiesa scortato dai suoi soldati.In breve venne colpito dal male epilettico, detto anche “male di San Donato” e cadde bocconi davanti al Santo.Riavutosi, riconobbe la colpa, si astenne dall’occupare il Santuario e assieme ai suoi militari rese i dovuti onori al nostro Patrono.